Cindy Bruna - Fashion issue Corriere della Sera

Cindy Bruna - Fashion issue Corriere della Sera

shot by Peter Gehrke

styled by Ulrike Lang

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Supermodella e icona di fascino italo-congolese, a 26 anni Cindy Bruna alterna il fashion system (grandi amori: vintage e bijoux) all’attivismo. Nella lotta contro la violenza sulle donne.

Dei suoi viaggi d’infanzia in Italia, Cindy Bruna ricorda la libertà del verde panorama piemontese. «Mio padre è originario della provincia di Cuneo, in famiglia avevano un’azienda agricola: penso alle mucche che vedevo già da bambina, alle api e agli alveari, ai boschi. Ho imparato fin da piccola a rispettare gli anima - li e la natura». Una spontaneità che ancora brilla negli occhi e nella voce di questa top model italo-congolese classe 1994, nata nel Sud della Francia e cresciuta nell’atmosfera provenzale di Saint-Raphaël, dove in spiaggia viene scoperta da un talent-scout a 16 anni: «Quell’estate sono poi andata a Parigi durante le vacanze scolastiche, per piccoli casting. Non avrei mai pensato di farlo diventare un vero lavoro! Ma ha iniziato a piacermi sempre di più. E dopo il diploma mi sono trasferita stabilmente» racconta Cindy, che nel suo futuro vedeva più una carriera legata alla scienza e alla matematica. Un momento indimenticabile dei suoi esordi? Sicuramente il primo casting con Azzedine Alaïa. Un incontro non da poco per una giovane bellissima, certo, ma senza esperienza del mestiere. «Non avevo ancora un’autostima in quel mondo, mi sentivo la ragazza del Sud. Non sapevo sfilare con i tacchi! Ero così insicura... ho imparato letteralmente a camminare con lui. Mi ha aiutata molto, è stato un privilegio averlo come mentore. Ho dei bellissimi ricordi in cucina, a mangiare tutti insieme. Azzedine era brillante sotto ogni aspetto». A 18 anni, intanto, Cindy vola a New York, dove incontra il leggendario fotografo di moda Steven Meisel: insieme scattano la sua prima copertina per Vogue e le prime campagne. E in poco tempo lei sviluppa un talento ambitissimo sulle passerelle di nomi come Armani e Givenchy, conquistando il celebre status di “angelo” del marchio di intimo Victoria’s Secret. Per poi diventare, lo scorso anno, testimonial di L’Oréal Paris. Un modo in più per supportare la sua attività parallela al patinato mondo fashion: quella di attivista per Solidarité Femmes, associazione che in Francia offre aiuto alle donne vittime di violenza. «Fin da piccola volevo difendere una causa, è sempre stata un’idea fissa. Qualche anno fa ho iniziato a fare ricerche on line e mi so - no imbattuta in questa associazione: ho chiamato, chiedendo “Posso fare qualcosa per voi?”. Mi sono rivolta in modo umile, il mio obiettivo era davvero quello di supportarli attivamente. Non a caso, anche grazie a L’Oréal, è nato il programma Stand Up: video e seminari che insegnano alle donne (ma anche agli uomini) come difendersi in caso di violenze». Un personaggio ammirato da questa poliedrica top model? Rihanna, per il suo impegno nella solidarietà e per essere stata la prima donna di colore a disegnare per un marchio del colosso LVMH: «Sa prendersi dei rischi. In generale, è una cosa che amo». Un amore che Cindy persegue anche nella moda: «Non penso ci siano stili inadatti o abiti importabili. L’importante è essere davvero convinta di ciò che indossi». Lei, che nel quotidiano porta quasi solo jeans e sneaker, per sentirsi sexy opta volentieri per abiti sensualissimi e aderenti, dal taglio scultoreo. «La mia passione sono gli occhiali da sole, ma soprattutto i bijoux: ne ho tantissimi e li sovrappongo. In special modo anelli, ne indosserei uno diverso a ogni dito... Mi pia - ce molto scegliere anche bella lingerie». Il suo ultimo acquisto on line: una cintura. «Ma in realtà preferisco provare le cose in boutique, mi diverto tanto a sperimentare nei vintage di Parigi e New York». Ormai famosa anche nel mondo beauty, fra i suoi segreti cita quello di sfumare le labbra con la stessa matita usata per le sopracciglia. E se per allenarsi preferisce arti marziali come il Taekwondo, in caso di stress... beh, sempre meglio urlare: «In certi momenti rischi di arrabbiarti con chi ti sta accanto, mentre io preferisco sfogarmi così! Per rilassarmi, tengo anche un diario. A casa medito e prego, uso i Fiori di Bach, mi circondo di oli essenziali o incensi e di buona musica, fin dal mattino. E per essere ancora più felice, telefono ai miei nipoti: solo a loro porto regali da tut - to il mondo».  Intervista  di Virginia Ricci